La tematica delle opere di Daniele Scaglioni trova rispondenza nella purezza della natura.
Gli scorci paesaggistici, misere casette sperdute nella verde opulenza dei boschi, si accendono delle tonalità calde e suggestive di una policromia validamente distribuita.
In queste opere il segno, appena percepibile, sembra sfaldarsi dietro il colore dominante che indugia con i toni dolci di nostalgici ricordi.
Daniele Scaglioni non fugge la realtà per rincorrere sogni, ma la ricrea nei suoi quadri infondendovi l'universale senso metafisico del tempo.
Le narrazioni poetiche sono anche canti d'amore offerti alla sofferenza umana (che c'è di più vero del dolore?) manon mai alla rinuncia.
Simboleggiano l'incitamento, il coraggio, la fede, a volte la rabbia e l'impotenza di chi crede nell'uomo anche quando esso è schiacciato dall'angoscia e dalla stanchezza, quando è solo e infelice.
Della sua pittura si sono interessati nomi illustri dela critica (Giulio Argan) del giornalismo (Indro Montanelli e Alberto Moravia) e pittori come Renato Guttuso e Picasso.

Ecco un breve brano del grande maestro siciliano Renato Guttuso:
"Quello che ho visto di te mi conferma che affronti la pittura non da dilettante, ma con impegno cercando di cogliere la poesia della natura, dei paesaggi, dei fiori, portando un contributo a quella direzione di lavoro che vede il rapporto tra uomo e natura"
[...]
"...quando si vive una gioventù difficile, l'arte, la pittura, la poesia, possono essere di grande aiuto e acquistare un loro valore particolare. Ma sarebbe un errore, in casi come il tuo guardare l'arte solo come aiuto a un recupero psicologico. Nel tuo caso infatti mi pare si tratti di una pittura da guardare per quello che essa è".